La Vita
Nato a Genova nel 1842, dopo un’infanzia ed un’adolescenza trascorse nella città natale all’insegna di una evidente inclinazione verso le materie scientifiche, Arturo Issel porta a termine la sua formazione universitaria all’Università di Pisa, dove si laurea in Scienze Naturali ed intraprende subito una lunga serie di ricerche nel campo delle Scienze della Terra, per ora ristrette all’ambito ligure, poi estese al resto d’Italia e a territori esteri confinanti quali la Provenza francese. Nel 1864 appare la sua prima pubblicazione inerente una grotta ossifera del Finalese, che poi si rivelerà, in scritti successivi, nientemeno che la Caverna delle Arene Candide2. Dopo essere entrato, ancora giovanissimo – nel 1866, quindi a 24 anni – nell’Ateneo genovese come primo responsabile di Geologia e Mineralogia, diventa professore ufficiale di queste materie nel 1870. Nel 1891, mantenendo la cattedra di Geologia e abbandonando quella di Mineralogia, assume l’incarico di direttore generale dell’Istituto e Museo Geologico collegato all’Università. Ricoprirà questo ruolo fino al 1917, pochi anni prima della sua morte, avvenuta nel 1922 dopo esser stato, per un biennio, anche presidente della Società Ligure di Storia Patria, che conserva tuttora importanti documenti su di lui.
L’impegno e la dedizione dedicati alla gestione del Museo, che sotto la sua supervisione si è notevolmente ampliato ed ha incrementato fortemente il numero di collezioni, segnano forse il periodo più roseo e prolifico dell’attività di Issel. Sono chiare, in merito, le parole di Maria Cristina Bonci, che, nel suo saggio sull’evoluzione storica della geologia ligure, scrive:
“L’attività poliedrica di Issel è fondamentale anche per il Museo Geleogico dell’Università di Genova, che proprio grazie a lui si trasforma da semplice Gabinetto universitario, legato principalmente all’attività didattica, in una vera struttura museale, luogo di raccolta di collezioni di notevole valore scientifico, fondamentale supporto all’insegnamento universitario e centro di una vivace attività di ricerca, con produzione di pubblicazioni, ancora oggi di indubbia validità, su materiali liguri. Il trasferimento nella prestigiosa sede della Villetta di Negro nel 1912 corona l’attività museologica di Issel e segna indubbiamente il momento più alto, purtroppo mai più eguagliato, nella storia del Museo. Issel stesso sembra ben consapevole di ciò, tanto che nel 1914 pubblica una nota sul nuovo allestimento del museo, ricordando la storia della sede ed illustrando in modo particolareggiato le collezioni, le correlate attrezzature e, particolare da evidenziare, la tipologia di esposizione e lo scopo dell’istituzione museale. A questo proposito è interessante notare che anche nel campo della museologia Issel dimostra originalità di idee e modernità di concezione.”
Questo semplice quadro biografico, che ritrae una vita intensa e proficua dedicata in modo trasversale ai vari settori della scienza, offre notevoli spunti interpretativi in merito all’operato di Issel sul piano teorico, pratico ed istituzionale.