La Liguria Geologica e Preistorica
Dopo i capitoli inseriti da Lorenzo Pareto nella lodatissima Guida di Genova e del Genovesato, pubblicata fin dal 1846 per cura del Comune, in occasione dell’ottavo Congresso degli scienziati italiani, non fu più data alle stampe alcuna illustrazione complessiva della regione Ligure, dal punto di vista della configurazione e costituzione del suolo. E siccome, da allora in poi, le nostre cognizioni in proposito crebbero assai, credetti legittimo ed opportuno metter mano a quest’opera, che ha per oggetto di esporre ordinatamente e in modo succinto le nozioni più sicure intorno alle vicende geologiche, alla stratigrafia, alle rocce, ai fossili ed ai materiali estrattivi della Liguria, come pure i risultati delle indagini compiute sulla etnografia e le origini delle stirpi che popolarono fin dai tempi più remoti, la nostra regione.”
L’unico testo di Issel oggi ancora facilmente reperibile5 si compone, sul piano strutturale e tematico, di introduzioni e premesse storiche – come quella di apertura sul significato dell’espressione Liguria e dei suoi confini – paragrafi specifici, puntuali descrizioni tecniche ma anche giudizi ed opinioni personali che, per desiderio stesso dell’autore, inseriscono i suoi studi in una delle tante prospettive di analisi scientifica possibili.
Assieme alle pregevoli illustrazioni eseguite a mano da Niccolò Morelli 6, fanno da corredo esplicativo i frequenti grafici, tabelle e quadri sinottici. Per citarne solo alcuni, l’interessante“Prospetto dei principali terremoti osservati in regione e nei territori confinanti dall’anno 951 al 1890” che apre il capitolo sulla dinamica interna della Terra (è questo il caso in cui diventa inevitabile, per lo scienziato, il ricorso alle fonti storiche) e un’ampia classificazione delle sorgenti liguri, suddivise in solforose, saline, ferruginose, acidule, acidulo-
“Sgorga sulla riva d’uno dei due rami del torrente Leiro, a tre chilometri e mezzo da Voltri, da un masso di serpentina antica. E’ limpida, incolora, senza odore ed ha un sapore sgradevole, solfureolisciviale; abbandonata per qualche ora in vasi aperti, s’intorbida e vi forma un deposito biancastro. Lungo il canale in cui scorre, essa lascia un deposito costituito di 86 parti di carbonato di calcio e 14 parti di solfato di calcio. La sua temperatura è compresa tra 20° e 25° (cent.) e sembra indipendente dalle stagioni. Pesa specificamente 1,008.”
Anche solo un breve frammento testuale lascia intendere il grado di precisione e specificità, sia dal punto di vista scientifico sia da quello geografico, dell’analisi isseliana. Spiegazioni ancora più meticolose sono riservate a quelle che invece possono essere ritenute le vere e proprie scoperte di Issel, che lo resero celebre prima a livello regionale, poi nazionale e, nel caso dei bradisismi, anche in ambito internazionale.